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mercoledì 3 aprile 2013


ALGOL, LA STELLA CANNIBALE 


Questo corpo celeste conosciuto anche con il nome di Testa del Diavolo, è una stella che si trova nella costellazione di Perseo.

Già nota più di tremila anni fa ai sacerdoti-astronomi dell’Antico Egitto, è stata riscoperta dalla traduzione di un antico codice egizio, che rappresentava un calendario, nel quale era indicato l’alternarsi dei giorni fausti e di quelli non. Analizzando e studiando questo reperto, i ricercatori dell’Università di Helsinki hanno scoperto che nel conteggio dei giorni venivano seguite due periodicità una delle quali si è fatta risalire a questa particolare stella.

Il corpo celeste fa parte di un sistema stellare composto appunto da Algol A (stella più piccola e luminosa) e un Algol B (più grande e rossastra), questo perché più del 50% delle stelle nelle galassie non sono isolate, come il sole, ma legate a coppie di due grazie alla forza di gravità
simulazione al pc della rotazione di Algol
A ed Algol B attorno allo stesso centro
di massa
Questo sistema stellare era visto negativamente per quanto riguardava il calendario, poiché era caratterizzato da un continuo variare di luminosità (cambiamento visibile ogni 2,867 giorni); oggi questo fenomeno è detto cannibalismo cosmico.

In poche parole, dato che si tratta di un sistema multiplo, il continuo passaggio di Algol A davanti Algol B e viceversa, dalla Terra dà l’impressione che uno dei due astri sia inghiottito dall’altro, anche se in  realtà è solo la successione di eclissi.             

Inoltre, sempre in ambito egizio, questa particolare stella era rappresentata nell’occhio di Horus, simbolo del potere regale e della prosperità, poichè mostrandosi sia spenta che brillante, veniva associata allo stato rispettivamente pacifico e infuriato della divinità.

Algol è visibile ad occhio nudo, e il periodo migliore per osservarlo è tra settembre e marzo. I suoi cambiamenti di luminosità, che avvengono in meno di tre giorni, sono notevoli, infatti se lo si comincia a guardare nel momento di minima lucentezza si può notare che nel giro di poche ore diventa addirittura tre volte più brillante.

La cosa più bizzarra, però, è vedere come dopo più di tremila anni gli uomini si lascino ammaliare ancora da questa stella “cannibale”, forse allora Algol ha davvero qualcosa di speciale e magico, spetta a noi scoprirlo, magari guardandolo apparire e sparire nel cielo.

                                                                                                                             Marta Mazzanti

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